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612 I Nibelunghi

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Così rispose il sonator di giga,
145Farò cotesto. — E cominciò la sala
A camminar sonando la sua giga,[1]
Chè sovente fra man gli tintinnava
Una spada robusta. I cavalieri
Del Reno glien porgean grazie d’assai.
  150Volkero, ardito assai, disse a Dancwarto:
Grave disagio in oggi voi soffriste,
E vostro frate mi pregò che a voi
Qui venissi in aita. Ove di fuori
Restar vogliate voi, starommi a questa
155Parte di dentro. — E da le porte fuori
Stettesi allor Dancwarto valoroso,
E difendea, se alcun di là salia,
I gradini alla scala. Ecco! s’intese
Tintinnar fra le mani a quel valente
160L’arma guerriera, e questo anche di dentro
Volkero fea della burgundia terra.
  Così, sopra la folla, egli gridava,

  1. Detto con fiero scherzo in senso di menar colpi di spada.
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