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626 I Nibelunghi

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Spazio donava a soffermarsi.[1] Quella
Forza di lui gagliarda, oh! più d’ogni altra
60Cosa temea la gente accolta! E stavano
Dinanzi dal castel molte migliaia
Di valorosi, ed Hàgene e Volkero
Ad Ètzel re lor mente e lor pensiero
Fean principio a ridir. Però venìano
65In grave cura questi eroi valenti
E ardimentosi. Bello inver sarìa,
Hàgene disse, che dinanzi agli altri
Tutti pugnasse un re, che di sua gente
È sostegno e conforto, in quella guisa
70Che ognun qui fa de’ miei signori. Ei fendono
Gli elmi, e giù cola da’ lor ferri il sangue.
  Era fiero Ètzel re, però lo scudo
Afferrò tosto. Or vi guardate, a lui
Disse donna Kriemhilde, e a’ vostri prodi
75Oro offrite in lo scudo in fino all’orlo.

  1. In maniera alquanto umoristica è detto che Volkero cacciò lontano dalla sala gli Unni spaventati.
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