< Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, II.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.
386 I Nibelunghi

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|I Nibelunghi, Hoepli, 1889, II.djvu{{padleft:27|3|0]]

Le ancelle sue. Fino alla porta incontro
Ella gli andava, e grazïosamente
485L’uom d’Ètzel accogliea. Dinanzi a lei
In quelle stanze dodicesmo[1] entrava,
E grandi omaggi gli si fean, chè a lei
Messi più illustri non venìan di questi
In alcun tempo mai. Fu indetto al prence
490D’assidersi con quelli uomini suoi,
E i due margravi intanto, Eckwarto e Gere,
Buoni ed illustri cavalieri, innanzi
A lei in piè fûr visti. Or, per colei,
Donna del loco, non vedeano alcuno
495Che di cor fosse lieto. Innanzi a quella
Vedeano assise molte donne vaghe,
E Kriemhilde frattanto il suo dolore
Solo sentìa. Le vesti erano molli
Dinanzi al petto di lagrime calde,
500E il nobile margravio agevolmente
Vide cotesto in lei. L’inclito messo
Così parlò: Figlia di nobil sire,

  1. Cioè egli e altri undici messaggieri con lui.
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.