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642 | I Nibelunghi |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|I Nibelunghi, Hoepli, 1889, II.djvu{{padleft:283|3|0]]
Eran di fuoco) la corazza;[1] eppure,
265Morto cadea dinanzi al menestrello
Quel di terre signore. Hàgene e Hawarto
Incontravansi allor. Chi li guardava,
Mirar dovea portenti. Ora, alle inani
Cadean de’ forti colpi assai di spada,
270E per costui de la Burgundia terra[2]
Morir dovette Hawarto. Allor che spento
Di Danimarca e di Turingia i prodi
Videro il prence loro, alto e tremendo
Per quella casa si levò scompiglio,
275Pria che con mano poderosa attingere
Ei potesser la soglia. Elmi e pavesi
Andâr spezzati in novero d’assai.
Itene a dietro e fate sì ch’egli entrino!
Gridò Volkero. Non vedranno mai
280Compir desìo ch’egli hanno, ed anche è d’uopo