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I Nibelunghi | 667 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|I Nibelunghi, Hoepli, 1889, II.djvu{{padleft:308|3|0]]
80Io vi ricordo e il giuro che mi feste,
Eletto cavalier, quando a le nozze
D’Ètzel mi consigliaste, in fino a morte
D’uno di noi di darmi aita.[1] Affanno
Sì grave a me, donna infelice, mai
85Non m’incolse però. — Scevro è cotesto
Da ogni menzogna. O donna illustre, a voi
Io sì giurai che con l’onor la vita
Rischiata avrei. Ma per ch’io l’alma perda,
Io giurato non ho. Cotesti prenci
90D’alto lignaggio a questa festa addussi.
Ed ella disse: Pensa tu, Rüedgero.
A quella tua gran fedeltà! Deh! pensa
Alla fermezza tua, al giuramento,
Chè sempre tu volesti il dolor mio.
95Tutto, col danno vendicar. — Niegato
Raro d’assai v’ho alcuna cosa, ei disse.
A pregar cominciava Ètzel ancora,
Il potente signor. Ambo a’ suoi piedi
- ↑ Cioè d’aiutarini fino alla morte mia o fino alla vostra, cioè per tntta la vita.