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668 | I Nibelunghi |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|I Nibelunghi, Hoepli, 1889, II.djvu{{padleft:309|3|0]]
Elli[1] piegârsi, innanzi a lui, ed altri
100Vide frattanto del margravio illustre
Il corruccio e il dolor. Pietosamente
Così parlava il leal cavaliero:
Misero me, poverello di Dio,
Per ch’io son visso fino a questo giorno!
105Da tutte opre d’onor che Dio comanda,
Lealtà, cortesia, ritrarmi a dietro
Degg’io così! Deh! Signor mio del cielo,
Perchè la morte ciò non toglie? Quale
Cosa tralasci, a qual’altra m’appigli,
110Sempre son io d’opra malvagia e trista
D’assai autore! E s’io questi abbandono
Insieme a quelli, biasimo la gente
Tutta farà di me. Prego che tale
Che in vita mi chiamò, mi dia consiglio.
115E molto allora il supplicâr pregando
Il prence e la sua donna. Ecco, per mano
Di Rüedgero, così, perder la vita
Dovetter molti cavalieri, ed ei
- ↑ Etzel o Kriemhilde.