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I Nibelunghi 703

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210Wolfharto allora: Oh! non vogl’io che tanto
Abbiate voi![1] Le corde a vostra giga
Scompiglierò di sì novella foggia,
Che narrarlo dovrete, ove ritorno
Facciate al Reno cavalcando. Vostra
215Oltracotanza con onor, davvero!
Che soffrir non poss’io! — Disse di giga
Il sonator: Qualunque sia maniera
Che scompigliar vi piaccia alle mie corde
I dolci toni, di vostr’elmo a un tratto
220S’oscurerà per la mia mano il fulgido
Splendor d’assai, qualunque foggia sia
Che de’ Burgundi io torni alla contrada.
  E l’altro già volea balzar di contro
A lui, ma nol lasciò, chè forte il tenne,
225Hildebrando, il fratel della sua madre.
Credo, gli disse, che impazzir tu voglia
Con la tua furia giovanil. Per sempre
Tu perderesti del mio re la grazia!

  1. Cioè la soddisfazione di vedere che io ho paura.
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