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I Nibelunghi | 711 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|I Nibelunghi, Hoepli, 1889, II.djvu{{padleft:352|3|0]]
380Come toccò Wolfharto ardimentoso
La ferita mortal, lasciò lo scudo
Cader d’un tratto e in alto con le mani
Levò un’arma possente. Era quell’arma
Acuta assai. Con quella egli ferìa
385Pel casco e per l’usbergo il pro’ Gislhero.
Ambo così data s’avean crudele
Morte l’un l’altro, e non a lungo visse
L’uom di Dietrico. Là il vedea cadere
Quell’antico Hildebrando, ed io mi penso
390Che anzi sua morte egli non vide mai
Tanto dolore. E morti erano ornai
E di Dietrico e di Gunthero gli uomini,
E Hildebrando era accorso ove caduto
Era Wolfharto giù nel sangue. Strinse
395Ei fra le braccia sue quel buon guerriero
Ardimentoso. Egli volea con seco
Da quella casa via menarlo, e troppo
Eragli grave il pondo, e sì dovette
Lasciarlo ivi a giacer. Dal sangue[1] allora
- ↑ Dal sangue nel quale giaceva.