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I Nibelunghi | 715 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|I Nibelunghi, Hoepli, 1889, II.djvu{{padleft:356|3|0]]
Eroi ritrarmi a dietro. Io con gran stento
La vita mia dal diavolo scampai.
A buon dritto ciò accadde, il veronese
Prence rispose (ed agli eroi m’udiste
470Amicizia affermar), perchè la tregua
Ch’io lor concessi, vïolaste voi.
Che s’io vergogna non ne avessi eterna,[1]
Perder la vita ne dovreste. — Oh! voi
Non di soverchio vi crucciate, o mio
475Prence Dietrico! Troppo grave il danno
Degli amici e di me! Volemmo noi
Via portarne Rüedgero, e ciò non vollero
Di re Gunthero gli uomini concedere.
Oh! mio grave dolor! Rüedgero estinto!
480D’ogni sventura mia questa mi dee
Esser doglia maggiore! Alla sirocchia
Del padre mio figliuola è quella nobile
Gotelinde. Oh! que’ miseri orfanelli
Che or sono in Bechelara! — Aspro cordoglio
- ↑ Hildebrando era stato maestro di Dietrico.