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396 | I Nibelunghi |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|I Nibelunghi, Hoepli, 1889, II.djvu{{padleft:37|3|0]]
Ch’ella sarìa d’Ètzel la donna. Voi,
Ella dicea, vo’ seguitare, io, misera
700Regina assai, per ch’io mi tragga agli Unni,
Tosto che ciò far si potrà, sol quando
Amici io m’abbia che di lui mi adducano
Alla terra. — Dinanzi ai cavalieri
Kriemhilde bella diè perciò la mano.
705Disse il margravio allora: Anche se aveste
Uomini due soltanto, oltre a cotesti
Io n’ho molti d’assai. Acconciamente
Ciò si farà, che noi di là dal Reno
Vi trasportiam con tutto onore. Intanto
710Non più a lungo v’è d’uopo in fra i Burgundi
Restarvi, o donna. Cinquecento ho meco
Uomini, e sono consanguinei miei,
Ed essi qui vi serviranno e ancora
Là, nel mio suol natìo, per ciò che a voi
715Ingiungere lor piaccia. E parimente
Io cotesto farò, quando il mio detto
Mi rammentiate,[1] per ch’io mai di tanto
- ↑ Il giuramento di aiutarla.