Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
I Nibelunghi | 731 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|I Nibelunghi, Hoepli, 1889, II.djvu{{padleft:372|3|0]]
Bene accôrre per me. — Disse colei
240Che volentieri fatto avrìa cotesto,
E con occhi piangenti andava intanto
Lungi da questi eroi degni di laude
Prence Dietrico. Vendicossi poi
D’orribil guisa d’Ètzel re la donna,
245Ch’ella ad ambo gli eroi, fior d’ogni prode,
Tolse la vita. Ella fe’ che diviso,
Per lor carcere, l’un dall’altro fosse,
Perchè nessun vedesse l’altro intanto,
Fin che d’Hàgene poi nella presenza
250Del fratel suo portò la testa.[1] Piena
Sovr’ambedue fu sua vendetta allora!
Là ’v’Hàgene trovò, sen venne quella
Donna regal. Con qual nemico accento
Ella al prode parlò! Se ciò che tolto
255Avete a me, ridar volete,[2] forse
Vivo potrete anche tornarvi a casa
Appo i Burgundi. — E il fiero Hàgen rispose: