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I Nibelunghi 397

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Non mi vergogni. Ora, deh! fate cenno
Che altri v’appresti la gualdrappa. A voi
720Di Rüedgero i consigli unqua di doglia
Non saranno cagione. Anche accennate
A vostre ancelle quali addur volete
Fin là con voi. Verranno in su la via
Con noi ben molti cavalieri eletti.
  725Ancora elle si avean de’ ferramenti,
Quali un dì si recavano, nel tempo
Del cavalcare appo Sifrido, e questi
Poteano usar molte fanciulle ancora,
Se partirsi volean, con onor grande.
730Oh! quante selle acconcio altri apprestava
Por le donne leggiadre! Or, se colei
Splendide vesti portò mai, per essa,
In quel vïaggio, molte n’apprestaro,
Poi che d’Ètzel regnante in quella guisa
735Le fu detto d’assai.[1] Schiusero allora
I forzieri che pria stavan serrati.
  Cinque giorni e metà d’un giorno ancora

  1. Le fu parlato della grandezza e magnificenza di Ètzel.
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