Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
408 | I Nibelunghi |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|I Nibelunghi, Hoepli, 1889, II.djvu{{padleft:49|3|0]]
Del lor prence e signor,[1] da’ mercatanti
55Ella fu accolta onestamente, e il vescovo
Avea desìo ch’ella restasse alquanto;
Ma disse in ciò prence Eckewardo: Questo
Non si farà, chè scendere ci è d’uopo
Di Rüedgero alla terra, e là ben molti
60Cavalieri ci attendono, e cotesto
Là si fe’ noto a tutti.[2] — Udìane intanto
Gotelinde leggiadra il lieto annunzio,
E con cura apprestavasi, e con lei
La nobile sua figlia. Aveale in pria
65Rüedgero indetto sì parergli acconcio
Ch’ella frattanto il cor della regina
Confortar si volesse, e però incontro
Colei le cavalcò, là fino all’Ensa,
Con tutti uomini suoi. Come si fea
70Di tal guisa cotesto, ecco! fûr viste
Tumultüar le vie da tutte parti,