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412 I Nibelunghi

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Gotelinde, e costei, donna a Rüedgero,
Con molto amor dicea: Gran bene è questo,
Dolce signora, a me, ch’io con quest’occhi
Abbia pur visto ne la terra mia
140Vostra bella persona. Oh! più gradita
Cosa non m’avverrà da questi giorni!
  Vi ricompensi Iddio, dicea Kriemhilde,
Nobile Gotelinde. Ov’io rimanga
Aitante così con quei ch’è figlio
145Di Botelungo,[1] potrìa dolce cosa
Tornare a voi, perchè vista mi abbiate.
  Non era in ambedue di ciò che un tempo
Era d’uopo accader, notizia certa!
  In gentile atto l’una all’altra incontro
150Venìan molte donzelle, e i cavalieri
A’ lor servigi erano presti, e quelle
Sedean, dopo i saluti, in su l’erbetta,
E novelle apprendean, molte, che in pria
Lor fûro ignote. Mescere del vino

  1. Etzel.
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