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I Nibedlunghi 415

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Fosse il tesoro, ognun che la vedea,
A sè benigno ella si fe’ con piccola
Parte che averne erale dato ancora,
200E a’ famigli dell’ospite signore
Da lei doni d’assai si fean pur anco;
E, di rincontro, donna Gotelinde
Di cotal guisa agli ospiti del Reno
Fea le oneste accoglienze, che d’assai
205Pochi si rinvenìan fra gli stranieri,[1]
Che di lei non recassero le gemme,
Le vestimcnta ricche assai. Ma quando
Tocco ebber cibo e già dovean partirsi,
Da lei, signora de l’ostel, fedeli
210Si offrîr servigi d’Ètzel a la sposa,
E la regina fea carezze a quella
Di lei figlia leggiadra. Alla regina
Così dicea costei: Quando vi sembri
Onesta cosa, bene io so che il mio
215Padre diletto volentier da voi
M’invïerà, degli Unni nella terra.

  1. Gli ospiti de! Reno.
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