< Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, II.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.

  Or, senza ciò, pensava la regina
Ai dì ch’ella abitò là presso al Reno
205Col suo nobile sposo, e gli occhi suoi
Faceansi molli. Ma di ciò teneva
Alto secreto, per che mai nessuno
Ciò potesse veder. Ben grandi onori,
Dopo tanto suo duolo, altri le rese!
  210Ciò che altri fece per amor, leggiera
Cosa parea, sì come un’aura è lieve,
Per ciò che fea Dietrico. E fu da lui
Sparso all’intorno quanto gli ebbe dato
Di Botelungo il figlio.[1] Anche la mano
215Del buon Rüedgero meraviglie assai
Operò allora. Di vuotar fe’ cenno
Dell’argento e dell’or Bloedelin, sire
Dell’ungarica terra, assai forzieri,
E tutto ciò là si donò per lui,
220E fûr visti davver con molti gioia
Viver del re i gagliardi. Anche del sire
I musici, Wärbèl e Swemmelino,

  1. Etzel.
55

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|I Nibelunghi, Hoepli, 1889, II.djvu{{padleft:70|3|0]]

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.