Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
430 | I Nibelunghi |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|I Nibelunghi, Hoepli, 1889, II.djvu{{padleft:71|3|0]]
Cred’io davver che di ben mille marchi,
E forse più d’assai, fecer guadagno
225In quella festa per ciascuno, allora
Che appo d’Ètzel sedè con dïadema
La leggiadra Kriemhilde. E quei[1] da Vienna
Al diciottesmo dì si dipartiro,
E molti scudi andâr spezzati, in giuochi
230Cavallereschi, da le lancie aguzze
Che recavano in pugno i cavalieri.
Ètzel re così andavane alla patria
Terra degli Unni. Furono la notte
In Heimburgo vetusta, e niuno invero
235Il novero sapea di sì gran gente,
E con qual possa acconcia e bella intorno
Per quella terra cavalcasse. Oh! quante
Leggiadre donne a lor natìe dimore
Altri incontrò! Scendeano in navicelli
240A Misenburgo, l’opulenta, e l’onde.
Fin là ’ve si vedean scender scorrendo,
D’uomini e di cavalli eran coperte,
- ↑ Tutto il corteo nuziale.