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I Nibelunghi | 439 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|I Nibelunghi, Hoepli, 1889, II.djvu{{padleft:80|3|0]]
Ed una notte ch’ella stava accanto
Al suo prence e signor (lei fra le braccia
80Egli stringea, nobil donna e fedele,
Come solea, che qual la sua persona
Cara gli era costei), l’inclita donna
A’ suoi nemici iva pensando. O assai
Diletto signor mio, ben volentieri,
85Al re dicea, vi pregherei, se tanto
Fia con vostro piacer, quand’io cotesto
Merti da voi, che a me veder lasciate
Se a’ miei congiunti voi recate affetto
Dall’intimo del cor. — Le rispondea
90(Era leale il suo pensiero) allora
Il potente signor: Ciò ben vogl’io
Concedervi. Degg’io provar contento
Di quanto a’ cavalieri[1] e dolce e grato
Esser potrà, ch’io penso che giammai,
95Di donna per l’amor, migliori amici
Acquistati non ho. — Da voi cotesto,
La regina dicea, bene si afferma,
- ↑ I congiunti di Kriemhilde.