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DELLA COLONNA INFAME. | 795 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|I promessi sposi (1840).djvu{{padleft:801|3|0]]buiarquel fatto così essenziale al processo, e che diede le mosse a tutti gli altri che venner dopo.
Quello che passò in quell’abboccamento, nessuno lo sa, ognuno se l’immagina a un di presso. “È assai verosimile”, dice il Verri, “che nel carcere istesso si sia persuaso a quest’infelice, che persistendo egli nel negare, ogni giorno sarebbe ricominciato lo spasimo; che il delitto si credeva certo, e altro spediente non esservi per lui fuorchè l’accusarsene e nominare i complici; così avrebbe salvata la vita, e si sarebbe sottratto alle torture pronte a rinnovarsi ogni giorno. Il Piazza dunque chiese, ed ebbe l’impunità, a condizione però che esponesse sinceramente il fatto[1].”
Non pare però punto probabile che il Piazza abbia chiesto lui l’impunità. L’infelice, come vedremo nel seguito del processo, non andava avanti se non in quanto era strascinato; ed è ben più credibile, che, per fargli fare quel primo, così strano e orribile passo, per tirarlo a calunniar sè e altri, l’auditore gliel’abbia offerta. E di più, i giudici, quando gliene parlaron poi, non avrebbero omessa una circostanza così importante, e che dava tanto maggior peso alla confessione; nè l’avrebbe omessa il capitano di giustizia nella lettera allo Spinola.
- ↑ Oss. § IV.