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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Il Buddha, Confucio e Lao-Tse.djvu{{padleft:138|3|0]]dono con quelle del fiume santo, così i discepoli del Buddha, sieno essi brâhmani, a kshâiriya, o vâiçya, o çûdra, perdono ogni distinzione, e sono fratelli.[1] Le quattro caste sono uguali fra loro; nessuna differenza le separa.[2] Quando Çuddhôdana, padre del Buddha, cercava una sposa pel suo figliuolo: Il giovanetto, egli diceva, non si lascia abbagliare dalla nobiltà della famiglia o della casta; la bontà e la virtù, ecco quel che piace al suo cuore.[3] Ananda, uno dei patriarchi buddhici, di nobile stirpe e parente del Buddha stesso, incontrando un giorno una fanciulla del popolo, che attingeva acqua ad un pozzo, le chiese da bere: «Io sono una Candâli,[4] disse ella, e tu non puoi ricever nulla da me senza rimanerne bruttato». Sorella, le rispose Ananda, io non domando della tua casta, io ti domando dell’acqua, se vuoi darmela.[5]
Una predilezione pel povero distingue la religione del Buddha, come quella di Gesù. È sommamente difficile, dice Çâkyamuni, esser ricco e trovare la via della sa-
- ↑ Remusat, Foe-koue Ki, p. 60. — Hardy, E. M., p. 11.
- ↑ Mathurâ Sûtra, nel Colombo Observer dell’11 marzo 1844.
- ↑ Lalitavistara, p. 134.
- ↑ I Candâla sono gli uomini posti al di fuori d’ogni casta, e formano la classe più umile e dispregiata della popolazione indiana: anche l’ombra stessa d’un Candâla è reputata contaminatrice, ed essi vivono, come lebbrosi, in villaggi separati.
- ↑ Burnouf, i, p. 205. — Un trattatello sanscrito, dove si confutano gli argomenti brâhmanici intorno alle caste e si dimostra l’assurdità di queste divisioni nell’umana famiglia, fu tradotto dall’Hodgson, col titolo The Vajra-Soochi or Refutation of the Argument upon which the Brahmanical institution of Cast is founded, by the learned Boodhist Ashwa Ghosha, 1839; ristampato nel Phoenix, 1872, t. ii, n.° 24, p. 207-210.