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parte prima 89

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Il Buddha, Confucio e Lao-Tse.djvu{{padleft:160|3|0]]tanti del Nepal;[1] mentre le tradizioni del Buddhismo meridionale dicono che fu dapprincipio governatore di Ujjayinî.[2]

Inimicatosi co’ fratelli, che regnavano sopra diversi Stati, prese a far loro la guerra e a conquistarne le terre; e si racconta che, per ottenere finalmente il trono paterno, uccidesse il fratello Susîma, che era stato da Bindusâra prescelto a succedergli, come primogenito. Si trovò per tal modo a capo d’un vastissimo reame, che comprendeva tutto l’Hindustani, il Panjâbî e l’Afghânistan: cioè a dire tutto il paese compreso dalla baia del Bengal all’Oceano Indiano, e dal fiume Nerbudda alle montagne del Kaçmîra: le frontiere nord-ovest erano segnate dall’Indukush.[3]

Nei primi anni del regno, Açôka fu persecutore crudele del Buddhismo; ed essendosi dato a commettere ogni sorta di violenze, s’ebbe perciò il nome di Caudâçôka.[4] Ma non tardò a divenire caldo seguace e propugnatore delle dottrine che s’era messo a combattere, convertito che fu per opera di Nigrôsha. Era questi figliuolo di quel Susîma ucciso già da Açôka stesso: e la madre lo partorì, dopo la morte del marito, in un villaggio di Candala, dove s’era rifugiata. Il fanciullo, fattosi poi monaco, divenne un santo, e riuscì a condurre il feroce suo zio sulla via della fede buddhica.[5] Questo monarca si fece allora il più operoso ed efficace propagatore degl’insegnamenti di Çâkyamuni; e alcune iscrizioni, delle quali par-


  1. Wassiljew, p. 46.
  2. L’Ozene di Tolomeo, ossia l’odierna Oujein.
  3. Wassiljew, p. 46.
  4. Wheeler, The Hist. of India, t. iii, p. 234.
  5. Bigandet, p. 377 e segg.
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