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178 | parte prima |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Il Buddha, Confucio e Lao-Tse.djvu{{padleft:249|3|0]]Il Burnouf,[1] lo Spence Hardy,[2] il Koeppen,[3] il Wassiljew,[4] il Bigandet,[5] il Gogerley,[6] lo Scott,[7] il Childers,[8] il D’Alwis,[9] rispondono che con Nirvâna si deve intendere il nulla assoluto. Mentre altri, come il Colebrook,[10] il Max Müller,[11] l’Eitel,[12] il Beal,[13] l’Obry,[14] il Foucaux,[15] il Feer negano o inclinano a negare una tale interpretazione.
Le obiezioni capitali che si fanno per la interpretazione di Nirvâna come «estinzione totale di ogni specie di esistenza» sono le tre seguenti:
I. L’impossibilità che gli uomini accettassero la dottrina buddhica, se essa veramente avesse promesso loro come summum bonum il Nulla.
II. Il non trovarsi nel Sûtra-pitaka, nè nel Vinayapitaka, le due parti del Canone buddhico contenenti le più antiche scritture, adoperata mai la parola Nirvâna nel senso di «annientamento totale;» ma invece in quello di «quiete», «immortalità», «felicità», «benessere.» ecc.
- ↑ Introduction à l’histoire du Buddh. Ind. p. 589.
- ↑ Eastern Monachism, p. 308.
- ↑ Die Religion des Buddha, v. i, p. 306.
- ↑ Le Buddh., ses dogmes, ecc., p. 93.
- ↑ Life of Gaudama, p. 320.
- ↑ Ceylon Branch of the Asiat. Soc. 1867-70, p. 130.
- ↑ Ibidem, pag. 89.
- ↑ Notes on Dhammajpada.
- ↑ Buddhist Nirvâna, Colombo 1871.
- ↑ Miscellaneous Essays, p. 258.
- ↑ Dhammapada, p. xiv.
- ↑ Three Lectures on Buddh.
- ↑ A Catena of. Buddh. Script.
- ↑ Du Nirvâna Indien, Amiens, 1356.
- ↑ Doctrine des Bouddh. sur le Nirvâna, Paris 1864.