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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Il Buddha, Confucio e Lao-Tse.djvu{{padleft:334|3|0]]Se si seguono i passi di que’ primi parenti del popolo sinico, si vedrà, che dopo un po’ di sosta nel paese ora detto continuarono la loro strada verso il Sud-est, espandendosi sempre più per una larga estensione di suolo, che andavan conquistando, quasi a palmo a palmo, alle rozze tribù, che lo avevano occupato prima di loro. Imperocchè si rileva da’ citati documenti indigeni, che i tre grandi bacini dell’Hoang-ho, del Kiang-tze-kiang e del Ta-kiang, che formano la Cina, erano popolati fin da tempo remotissimo, e prima della venuta de’ Cinesi stessi, da numerose tribù; le quali non è ben chiaro a che stirpe appartenessero, nè donde venissero; ma erano certamente, per indole e per sangue, diverse dagli invasori e civilizzatori del paese, che esse abitavano. Queste incolte tribù non avevano governo, nè tra loro, a quel che sembra, vincoli di nazionalità, che le unissero a difesa d’un nemico comune; laonde non fu difficile ai nuovi venuti di combatterle e conquistarle, e guadagnarsi ben tosto, a cagione della loro relativa civiltà, un assoluto predominio fra esse.
Quando quella prima tribù cinese prese dimora nel futuro suo regno, sembra che essa fosse già passata dallo stato pastorale e nomade, in cui si mantengono anc’oggi i popoli dell’Asia centrale, a quello agrario; imperocchè, come afferma il Legge, le allusioni alla vita pastorale sono pochissime nell’antica letteratura cinese.[1] Pertanto di tali allusioni se ne trovano nel «Libro de’ versi», che fa parte di quelle scritture tenute per canoniche; mentre dall’altro lato il nome di «Pastori» o Mu, col quale si chiamavano una volta i capi o i maggiori delle pro-
- ↑ Legge, Chin. Clas., t. iii, parte i. Proleg., p. 191.