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388 | parte seconda |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Il Buddha, Confucio e Lao-Tse.djvu{{padleft:465|3|0]]{| |style="border-right:1px solid black; text-align:center; " width=50%|Dottrina Confuciana. ||style="text-align:center; "|Dottrina Cristiana. |- |style="border-right:1px solid black; text-align:center; "|1. ||style="text-align:center; "|1. |- |style="border-right:1px solid black; "|«L’uomo non è riguardato sotto l’aspetto religioso, nè mistico, e nemmeno al tutto materiale; ma sotto quello umanamente morale: cioè a dire egli è riguardato come uomo in relazione a l’uomo». || «L’uomo è essenzialmente riguardato sotto l’aspetto religioso: cioè a dire nelle sue attenenze con un Dio vivente e personale». |- |style="border-right:1px solid black; text-align:center; "|2. ||style="text-align:center; "|2. |- |style="border-right:1px solid black; "|«Nelle Scritture confuciane non si contiene nulla che si riferisca all’origine dell’uomo. Egli appare come un prodotto della natura; e, nella sua più alta perfezione, come il compagno del Cielo e della Terra: ossia come una delle tre potenze della natura stessa».[1] || «La natura dell’uomo e la sua origine son pienamente spiegate, dall’essere egli un’immagine di Dio». |- |style="border-right:1px solid black; text-align:center; "|3. ||style="text-align:center; "|3. |- |style="border-right:1px solid black; "|«Le forze per innalzarsi all’idealità l’uomo le ha in sè stesso. Il Santo (Shêng-jên) rappresenta l’ideale umano, riguardo alla natura; il Savio (Kün-jên), l’ideale umano, riguardo alla perfezione morale».[2] || «Il dovere dell’uomo è di condurre in atto la volontà di Dio, coi soli mezzi che da Dio ha ricevuti». |- |style="border-right:1px solid black; text-align:center; "|4. ||style="text-align:center; "|4. |- |style="border-right:1px solid black; "|«Il peccato vien dall’eccesso dei desiderii e delle passioni. Esso cessa d’essere, quando l’uomo fa ritorno al retto sentiero». || «Il peccato è qualcosa di positivo. Esso vuole una espiazione, altrimenti conduce inesorabilmente a perdizione eterna».
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