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parte seconda 543

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Il Buddha, Confucio e Lao-Tse.djvu{{padleft:622|3|0]]rebbe che le offerte fossero soltanto rami di Ceyera sempre freschi, fiori, come ornamento dell’altare; ma non incenso, che il bruciarlo vien da usanza straniera».

È costume ancora di visitare la tomba de’ genitori o d’altri parenti, nel giorno del mese che risponde a quello, in cui eglino morirono: costume approvato da’ più ortodossi scrittori di cerimonie del Sintô. I quali però vorrebbero abolita la generale commemorazione de’ morti che cade i giorni 14 e 15 del settimo mese, perchè d’origine buddhica. Ma invece di quella dovrebbesi ritornare all’antico costume, che poneva tale solennità nel secondo mese dell’anno, e la ripeteva il quarto e l’undicesimo.

Secondo Hirata, l’origine del culto degli antenati è da Ninigino mikoto; quando appunto, come s’è detto in principio, egli fu istrutto a onorare gl’Iddii celesti e terrestri, e a tenere tale onoranza per la faccenda più importante del governo. Un siffatto culto è riguardato come principal fonte di tutte le virtù domestiche, civili e religiose; e l’uomo che lo tiene in non cale, non potrà mai essere nè buon padre, nè buon cittadino, nè amante sincero degli Dei, gloriosi progenitori della nazione giapponese.[1]



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  1. E. M. Satow, The revival of pure Shintó, pag. 79-96.

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