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il catilinario 43

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Il Catilinario ed il Giugurtino.djvu{{padleft:94|3|0]]vea nome Fulvio, flgliuolo d’uno senatore; il quale il padre fece ritrar della via, e comandò che fosse morto.


CAPITOLO XXVIII.


Come ambasciadori franceschi manifestarono de’ congiurati.


In que’ tempi a Roma Lentulo, siccome Catilina avea comandato, sollecitava, o per sè o per altrui, chiunque gli parea o per costumi o per disavventura fosse acconcio a novità fare; e non solamente i cittadini, ma eziandio qualunque altra gente d’uomini ch’a battaglia potesse valere[1]. Onde egli impose a uno, ch’avea nome P. Umbreno, che dovesse richiedere certi legati (a)[2] nominati Allobrogi, ch’erano in Roma, e che, s’egli potesse, gli recasse a loro compagnia. Questo fece Lenlulo, estimando quegli che erano in comune e in speciale gravati di molto debito, anche perocchè la francesca gente di sua natura è da battaglia[3], pensò che eglino leggermente potrebbono essere recati a tal consiglio. E Umbreno avea trattata mercatanzia in Francia, ed era conto a molti de’ baroni franceschi[4], e conoscea loro. Egli senza dimoro[5], quando prima vide gli ambasciadori[6] franceschi andare per la piazza, domandógli un poco dello stato della lor città, e[7], quasi dolendosi di loro sciagure, li cominciò a domandare che fine sperassono di tanti mali: e, poichè vide che si lamentavano dell’avarizia degli ufficiali di Roma, e diceano male del senato; che in loro non si trovava niente di buono ajuto, e ch’egli aspettavano la morte in rimedio della lor miseria; disse loro così: Se voi volete essere uomini, io vi mostrerò ben via, onde voi scamperete di tanti mali.

  1. qualunque altra gente d’uomini ch’a battaglia potesse valere) Così traduce ii latino: cujusque modi genus hominum, quod modo bello usui foret. E gente è stato qui adoperato per genere, generazione: ma guardino i giovani che in questo sentimenlo è registrato nel Vocabolario della Crusca con solo questo esempio, ed oggi non si vuol punto usare.
  2. (cioè ambasciadori franceschi).
  3. di sua natura e da battaglia) Facciamo prima osservare che di natura sta qui adoperato avverbialmente, e vale naturalmente. Appresso vogliamo che si ponga ben mente al bellissimo uso che qui è fatto della particella da, il quale, oltre a’ tanti eleganti modi in che si adopera, che si possono vedere nel vocabolario e che forse ci cadrà in concio di qui dichiarare in appresso, esprime pure attitudine, convenevolezza, abilità; e così e non altrimenti vuolsi intendere in questo luogo. Onde il Boccaccio nella Nov. 99 disse: Fattesi venire per ciascuno due paja di robe ec, non mica cittadine, nè da mercatanti, ma da signore, e tre giubbe di zendado ec.
  4. avea trattata mercatanzia in Francia, ed era conto ec.) Si noti questo singolare uso del verbo trattare, il quale sta qui per esercitare, ed è stato aggiunto nel vocabolario del Manuzzi con un esempio della Gerusalemme del Tasso, e sarebbevi da allogare anche quest’altro, il quale è del trecento e di prosa. Conto, il quale, quando e adjettivo, come in questo luogo, va pronunziato col primo o largo, è lo stesso che noto, conosciuto; e barone qui sta per signore generalmente, come anticamente si adoperava.
  5. dimoro è voce antica, ed è lo stesso che dimora; e qui è usata questa voce in sentimento d’indugio, tardanza.
  6. quando prima vide gli ambasciadori ec.) Prima, con la particella come avanti, vale subito che; e quando prima, in questo luogo, sta invece di come prima, e sarebbe da aggiungere al Vocabolario.
  7. Con l’autorità del testo lat. abbiamo aggiunto un’e.
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