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il mistero del poeta 161

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Il Mistero del Poeta (Fogazzaro).djvu{{padleft:165|3|0]]da un bosco di palme, sale verso Bordighera vecchia a scoprir la marina; e che le aveva fatto una profonda impressione di ritrovare quel pino, due giorni dopo, troncato dalla tempesta. Avevamo passeggiato ambedue fra Ospedaletti e Bordighera, nel cuor del gennaio all’aurora, avevam veduta la luna pendere smorta a ponente sugli alti uliveti delle colline, e, attraversando l’altra boscaglia d’ulivi a mezza via, avevamo veduto giù tra le frondi ondular in mare la lunga riga d’oro del sole nascente. Io parlavo con un turbamento profondo. Violet mi intendeva, la sua voce diventava sempre più sommessa, qualche volta tremava. Gli altri pendevano dalle nostre labbra. Quando si tacque la signorina Luise sospirò, annunciò che aveva un gran desiderio di vedere l’Italia, incominciò a dire i versi di Mignon e s’interruppe a mezzo.

— Dahin, dahin — esclamò il dottor Topler, brandendo le due bottiglie di Rüdesheimer:

Möcht ich mit dir, o mein Geliebter, ziehn[1].

  1. Colà, colà vorrei, o mio diletto, andar con te.
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