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104 | il trentino. |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Il Trentino.djvu{{padleft:121|3|0]] Alla lunghezza complessiva del Noce (Km. 79.4) corrisponde una media pendenza generale di m. 81 al Km. La larghezza dell’alveo è variabilissima; va da pochi metri — dove il torrente corre fra i crepacci — fino a forse ¾ di Km. nei pressi di Denno.
Le piene del torrente — data la profondità del letto — non sono molto minacciose. La zona maggiormente esposta ai pericoli delle piene è l’agro di Mezzolombardo, a difesa del quale si costruirono robuste e forti arginature.
La strana caratteristica dell’acque di questo bacino, d’esser cioè quasi sempre inabissate nel fondo dei crepacci, ha determinato la necessità di creare numerosi e grandiosi acquedotti per la coltivazione dei terreni e per aver forza motrice alle industrie. I più grandi di questi acquedotti — costrutti spesso con opere ardimentose e con spese enormi — sono quelli di Cles e S. Zeno.
Abbastanza frequenti sono i ponti, che congiungono le pareti delle profonde spaccature, in cui corre il Noce, e alcuni come il ponte di S. Giustina presso Cles, profondo 138 m., il Ponte Alto, ora abbandonato, profondo m. 52, e il P. di Mostizzolo (profondo m. 85) sono costruzioni arditissime di grande importanza [1].
- ↑ Debbo alla cortesia dell’ingegner Parolari, la maggior parte dei seguenti dati sui principali ponti del Noce e di alcuni suoi affluenti.