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alle turbe; e non parlava loro senza parabola;
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acciocchè si adempiesse ciò che fu detto dal profeta: Io aprirò la mia bocca in parabole; io sgorgherò cose occulte fin dalla fondazione del mondo.
36 ALLORA Gesù, licenziate le turbe, se ne ritornò a casa, e i suoi discepoli gli si accostarono, dicendo: Dichiaraci la parabola delle zizzanie del campo.
37 Ed egli, rispondendo, disse loro: Colui che semina la buona semenza è il Figliuol dell’uomo.
38 E il campo è il mondo, e la buona semenza sono i figliuoli del regno, e le zizzanie sono i figliuoli del maligno.
39 E il nemico che le ha seminate è il diavolo, e la mietitura è la fin del mondo, e i mietitori son gli angeli.
40 Siccome adunque si colgono le zizzanie, e si bruciano col fuoco, così ancora avverrà nella fin del mondo.
41 Il Figliuol dell’uomo manderà i suoi angeli, ed essi raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali, e gli operatori d’iniquità;
42 e li getteranno nella fornace del fuoco. Ivi sarà il pianto e lo stridor de’ denti.
43 Allora i giusti risplenderanno come il sole, nel regno del Padre loro. Chi ha orecchie da udire, oda.
44 DI nuovo, il regno de’ cieli è simile ad un tesoro nascosto in un campo, il quale un uomo, avendolo trovato, nasconde; e per l’allegrezza che ne ha, va, e vende tutto ciò ch’egli ha, e compera quel campo.
45 Di nuovo, il regno de’ cieli è simile ad un uomo mercatante, il qual va cercando di belle perle.
46 E trovata una perla di gran prezzo, va, e vende tutto ciò ch’egli ha, e la compera.
47 Di nuovo, il regno de’ cieli è simile ad una rete gettata in mare, la qual raccoglie d’ogni maniera di cose.
48 E quando è piena, i pescatori la traggono fuori in sul lido; e postisi a sedere, raccolgono le cose buone ne’ lor vasi, e gettan via ciò che non val nulla.
49 Così avverrà nella fin del mondo: gli angeli usciranno, e metteranno da parte i malvagi d’infra i giusti;
50 e li getteranno nella fornace del fuoco. Ivi sarà il pianto e lo stridor de’ denti.
51 Gesù disse loro: Avete voi intese tutte queste cose? Essi gli dissero: Sì, Signore.
52 Ed egli disse loro: Perciò ogni Scriba, ammaestrato per lo regno de’ cieli, è simile ad un padrone di casa, il qual trae fuori dal suo tesoro cose vecchie, e nuove.
53 ORA, quando Gesù ebbe finite queste parabole si dipartì di là.
54 Ed essendo venuto nella sua patria, li insegnava nella lor sinagoga, talchè essi stupivano, e dicevano: Onde viene a costui cotesta sapienza, e coteste potenti operazioni?
55 Non è costui il figliuolo del falegname? sua madre non si chiama ella Maria? e i suoi fratelli Giacomo, e Iose, e Simone, e Giuda?
56 E non son le sue sorelle tutte appresso di noi? onde vengono dunque a costui tutte queste cose?
57 Ed erano scandalezzati di lui. E Gesù disse loro: Niun profeta è sprezzato, se non nella sua patria, e in casa sua.
58 Ed egli non fece quivi molte potenti operazioni, per la loro incredulità.
2 E disse ai suoi servitori: Costui è Giovanni Battista; egli è risuscitato da’ morti; e però le potenze operano in lui.
3 Perciocchè Erode avea preso Giovanni, e l’avea messo ne’ legami, e l’avea incarcerato, a motivo di Erodiada, moglie di Filippo, suo fratello.
4 Perciocchè Giovanni gli diceva: Ei non ti è lecito di ritenere costei.
5 E volendolo far morire, pure temette il popolo; perciocchè essi lo teneano per profeta.
6 Ora, celebrandosi il giorno della natività di Erode, la figliuola di Erodiada avea ballato ivi in mezzo, ed era piaciuta ad Erode.
7 Onde egli le promise, con giuramento, di darle tutto ciò ch’ella chiederebbe.
8 Ed ella, indotta prima da sua madre, disse: Dammi qui in un piatto la testa di Giovanni Battista.
9 E il re se ne attristò; ma pure, per li giuramenti, e per rispetto di coloro ch’erano
Morte di Giovanni Battista.
(Mar. 6. 14-29. Luc. 3. 19, 20 ; 9. 7-9.)
Sal. 78. 2. 6 Mat. U. 14. Luc. 24. 47.
Fil. 3. 7, ecc. / Prov. 2. 4; 3. 14, 15 ; 8. 10, 19.
i Luc. 4. 16. Mat. 12. 46, e rif. Luc. 4.
Mat. 21. 26. Luc. 20. 6.
24.
Apoc. 14. 1,5.
Mat. 22. 9, 10.
Giov. 4. 44.
d Dan. 12. 3.
h Mat. 25. 32.
Lev. 18. 16; 20. 21.