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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|La favorita del Mahdi.djvu{{padleft:304|3|0]]attruppamenti di beduini Kababich in uniforme bianca, di negri Megianin, di Aulad-el-Behr, di Hababin; ondate di Sennaresi, di Nubiani, di Arabi, di Scilucchi, di Basci-bozuk rinnegati, tutti armati chi di remington tolti agli egiziani nella sanguinosa battaglia di Kasghill, chi di moschettoni a pietra o a miccia, chi di lunghe spade dritte a due tagli, chi di scimitarre di tutte le lunghezze e larghezze, o di lancie, o di mazze, o di scuri, o di coltellacci, o di randelli ferrati.
Tutti quei guerrieri che parevano impazziti, si dirigevano di corsa verso le trincee che difendevano il campo dal lato meridionale e vi si affollavano confusamente sopra, urtandosi, atterrandosi, bisticciandosi per arrivare primi. Mille e mille domande s’incrociavano per l’aria formando un baccano assordante che veniva smisuratamente ingrossato da un furioso strepitare di noggàra[1] e di darabùke, da un rullare di tamburi egiziani e da uno squillare acuto di mille bizzarri istrumenti musicali.
— Ma siete sicuri che verranno? chiedevano gli uni.
— Ma sicurissimi, rispondevano gli altri.
— Avete veduto il cavaliere che recò la notizia?
— Coi nostri propri occhi e l’abbiamo udito colle nostre orecchie.
— Hanno dunque vinto?
— Ma sì, sono vincitori.
— Ci sono prigionieri?
— Altro che! E prigionieri egiziani. Una cinquantina.
— Un centinaio.
— Un migliaio.
— Che marmellata che faremo. Li massacreremo tutti.
— E pianteremo le loro teste dinanzi le porte di El-Obeid a tener compagnia a quella di Hicks pascià.
- ↑ Noggàra e darabùke, sorta di tamburoni di legno scavato che vengono percossi con delle mazze.