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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|La favorita del Mahdi.djvu{{padleft:9|3|0]]— È seduto laggiù sotto quella rekuba (tettoia) che beve il narghiléh[1].
L’ufficiale girò sui talloni e si allontanò, camminando colla libera eleganza degli animali selvaggi e colla nobiltà che è tutta propria delle nazioni arabe. Attraversò con fatica le linee dei cammelli inginocchiati sulla via carichi di gomma, d’avorio e di maiz, e si arrestò dinanzi ad una rekuba sotto la quale fumava beatamente un basci-bozuk.
— Es-selàm âlekom, Oòseir (la salute sia con te) disse l’ufficiale.
Il basci-bozuk, che volgevagli le spalle, si alzò prontamente, fissando su lui due occhi verdi come quelli d’una iena.
— Ah! sei tu Abd-el-Kerim! esclamò. Come mai ti trovi qui? Hai da raccontarmi qualche battaglia avvenuta con quei cani del Mahdi?
— Niente affatto, Oòseir, rispose Abd-el-Kerim. Cerco il greco Notis.
— Tuo cognato?
— Non corriamo tanto, amico mio, disse Abd-el-Kerim, sorridendo. Non lo è ancora.
— Ma lo diverrà.
— Se Allàh (Dio) e il Profeta lo vorranno... L’hai veduto tu, Notis?
— È arrivato dieci minuti or sono, e sorseggia il caffè laggiù in quel tugul.
— Andiamo da lui.
L’arabo e il basci-bozuk, l’uno a fianco dell’altro presero la via che conduceva al caffè del villaggio.
— Come sei con Elenka? chiese Oòseir.
— Sempre in buona relazione, rispose Abd-el Kerim, con tono alquanto freddo.
— Sei un uomo assai fortunato.
— Può essere.
- ↑ Bere il narghiléh significa fumare col narghiléh, ossia colla pipa.