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Corpo tanti potrai diversi gruppi
Di persone formar, che un quadro vivo
Formino, ove più quadri insieme stanno.
1005Del mar la piaggia, che un’antica torre
Presenti, e sull’arena, umido ancora
Dell’onda mal varcata, un caro estinto,
E, di pianto e di morte il viso sparsa,
Donzella che si lacera le chiome,
1010E il petto si percuote, il primo quadro
Sia che tu sponi; un semplice tappeto,
Steso a terra o a muraglia sovrapposto,
L’altro; ed il terzo ampio delubro, a cui
Va con fiaccola accesa un furibondo;
1015Chi non esclama Erostrato? Ti giova
Figurare esterminio? Oh di che vario
Spettacolo e pomposo ogni pupilla
Pasci! nel primo gruppo la leggiadra
Di Mardocheo nipote, allor che bianca,
1020E lagrimosa, e da due fide ancelle
Soffolta, move all’alta grazia, e sviene;
Appunto quale io la vedea fanciullo
Dal colorar di Farinato espressa
Nel picciol tempio delle patrie scuole,
1025Ove la mia sì debole virtude
Non pochi attinse al retto oprar conforti;
Vedeala, e fu costei la prima Bella
Che da me dolci s’ebbe e lunghi sguardi.
La toletta di Venere e di Giuno,
1030Che ammisero d’accordo ai lor misteri,
Perchè troppo congiunti in amistade
Colle Grazie ministre, Albano e Appiani;
Toletta, onde oggi il Mella si rallegra
Nella magion d’un mite Cavaliero[1],
1035Le cui splendide sale ogni Arte fregia,
Può fra l’acque odorose e le manteche

  1. Il conte Paolo Tosi
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