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VII.


Quando il calor della stagion novella,
  Che movea i grilli a saltellar ne’ prati,
  Mosse improvvisamente una procella
  60Di Bolognesi a’ loro insulti usati.
  Sotto due capi a depredar la bella
  Riviera del Panaro usciro armati:
  Passaro il fiume a guazzo, e la mattina
  64Giunse a Modana il grido e la ruina.
 

VIII.


Modana siede in una gran pianura
  Che dalla parte d’austro e d’occidente
  Cerchia di balze e di scoscese mura
  68Del selvoso Appennin la schiena algente,
  Apennin ch’ivi tanto all’aria pura
  S’alza a veder nel mare il sol cadente,
  Che sulla fronte sua cinta di gelo
  72Pare ch’incurvi e che riposi il cielo.

 

IX.7


Dall’oriente ha le fiorite sponde
  Del bel Panaro e le sue limpid’acque;
  Bologna incontro; e a la sinistra, l’onde
  76Dove il figlio del Sol già morto giacque:
  Secchia ha dall’aquilon, che si confonde
  Ne’ giri che mutar sempre le piacque;
  Divora i liti, e d’infeconde arene
  80Semina i prati e le campagne amene.

 

X.


Viveano i Modanesi alla Spartana,
  Senza muraglia allor nè parapetto;
  E la fossa in più luoghi era sì piana,
  84Che s’entrava ed usciva a suo diletto.
  Il martellar della maggior campana
  Fe’ più che in fretta ognun saltar dal letto.
  Diedesi all’arma; e chi balzò le scale,
  88Chi corse alla finestra, e chi al pitale;8

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