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NONO 153

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XV.


Sull’altro capo intanto avea portato
  Copia di lance un provvido scudiero:
  E Galeotto era comparso armato
  124Con sopravvesta verde, armi e cimiero;
  Maneggiando un cavallo in Tracia nato,
  Da tre piedi balzan, di pelo ubero,3
  Che curvettando alzava dall’arena
  128Al tocco dello spron salti di schiena.

XVI.


Era ogni cosa in punto, e solamente
  Mancava il Cavalier della ventura;
  Quando iterar le trombe: e immantinente,
  132Uscì del padiglion sulla pianura.
  Di bianca sopravvesta e rilucente
  Di gemme, era vestito: e l’armatura
  Di puro argento avea, bianco il cimiero:
  136Ma nero più che corvo era il destriero.

XVII.


Alta avea la visiera, e giovinetto
  D’età di sedici anni esser parea:
  Biondo era e bello, e di gentile aspetto;
  140E grazia in lui quell’abito accrescea.
  Salutò intorno ognun con grato affetto;
  E ’l feroce destrier che sotto avea,
  Sull’orme fe’ danzar, che pria distinse
  144Col piè ferrato: indi la lancia strinse.

XVIII.


Abbassò la visiera, e attese intento,
  Che la canora tromba il moto accenne.
  Ed ecco suona; e come fiamma o vento,
  148L’uno di qua, l’altro di là sen venne.
  Scontrarsi a mezzo il campo, e rotte in cento
  Tronchi e scheggie volar le sode antenne:
  Gittò faville l’uno e l’altro elmetto,
  152E Galeotto uscì di sella netto.

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