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14 | CANTO |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|La secchia rapita.djvu{{padleft:27|3|0]]
LI.21
Parendo a lui via più nobile e degno,
Della vittoria, aver sul chiaro giorno
Corsa Bologna, e trattone quel pegno
412Che sarebbe a’ nemici eterno scorno.
Dalla Samoggia un messo a darne segno
A Modana spedì senza soggiorno:
E tosto la città si mise in core
416Di girgli incontro e fargli un bell’onore.
LII.
Era vescovo allor per avventura
Della città messer Adam Boschetto,22
Che di quel gregge avea solenne cura,
420E ’l mantenea d’ogni contagio netto.
Non dava troppo il guasto alla Scrittura;
Ond’ era entrato al popolo in concetto,
Ch’ in cambio di dir vespro e mattutino,
424Giucasse tutto ’l giorno a sbaraglino.
LIII.
Questi, poichè venir dal messaggiero
Con quella Secchia udì l’amica gente,
Tolta per forza a un popolo sì fiero
428Di mezzo una città tanto possente;
Si mise anch’egli in ordine col clero
Per girla ad incontrar solennemente,
E si fe’ porre intorno il pivíale
432Ch’ usava il dì di Pasqua e di Natale.
LIV.
Un superbo robon di drappo rosso
Si mise il Potta, e una berretta nera,
Che mezzo palmo largo, e un dito grosso
436Avea l’orlo d’intorno alla testiera.
Gli Anzíani appo lui col lucco indosso
Seguivano a cavallo in lunga schiera
Sopra certe lor mule afflitte e grame,
440Che pareano il ritratto della fame.