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50 | gli elementi tecnici della pittura |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|La tecnica della pittura.pdf{{padleft:59|3|0]]aggiungere ancora, quanto maggiore può essere l’adescainento che le qualità esteriori del processo offerto possono esercitare sugli artisti.
Quale si sia però l'opinione concepita sulle ricerche moderne e sulle qualità che poté avere l’encausto praticato dagli antichi, non rimane meno certo che l’uso della cera ebbe largo impiego nella pittura, documentato abbastanza dagli scrittori che ne videro i saggi[1], e come Vitruvio e Plinio, ne conobbero la tecnica, forse tanto comune da non dubitare che se ne perdessero le tradizioni e tramandarle ai posteri, con tutte quelle particolarità che specialmente in Plinio sono così frequenti nella sua celebre storia naturale e per soggetti di assai minore importanza. Salvo che, come altri ritengono; tutto l’encausto o bruciamento non si riducesse in fatto che allo scaldare la cera che serviva di vernice ultima alla comune pittura a tempera, a colla od all'uovo, supposto confermato dalla descrizione di Vitruvio del metodo per far comparire lo splendore del minio sulle pareti, non essendo possibile alcun dubbio sul senso di queste parole: « quando il parete sarà pulito e secco, allora dia col pennello di cera punica liquefatta al foco, temperata con alquanto olio, dappoi posti i carboni in un vaso di ferro, farà sudare quella cera scaldandola col parete, e farà sì che si stenda ugualmente, dappoi con una candela et con un lenzuolo netto la freghi al modo che si nettano le nude statue di marmo, e questa operazione grecamente si chiama Causis. Così la coperta della cera punica non permette che lo splendore della Luna né i raggi del Sole toccando levino via il colore da quelle politure »[2].