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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Le pitture notabili di Bergamo.djvu{{padleft:153|3|0]]l’antico titolo del prefato Santo Martire. Il primo Quadro che si trova entro la Chiesa a destra con S. Francesco stimatizzato, e Fra Lione in disparte, che fu presente al Fatto, è pregiatissimo parto del più strepitoso pennello che mai sia stato al mondo. Questo carattere, che fa il[1] Zanotti al Tintoretto, che n’è l’Autore, troppo bene si verifica anche in quest’Opera, animata da un vivacissimo brio, e da una maestà senza pari. Sembra che il Pittore aderendo all’ordinario costume abbia figurato tale avvenimento, come seguito di notte, quando i Cronisti dell’Ordine affermano che tal celeste prodigio avvenne la mattina de’ 14. Settembre l’anno 1224. Il dirimpetto coll’addolorata Santissima Madre che regge fralle braccia il Divin Figliuolo, e i SS. Giovanni, Alessandro, Francesco, ec. è fattura del Moroni di color grave e fondato, ma alquanto secca ed aggruppata. Era quello Quadro la Tavola dell’Altar principale, quando vi fu sostituita quella che v’è di presente del Palma, fatta fare da Lelio, e Girolamo Adelasi.

La B. V. all’Altare della prima Cappella, entrando a destra, che porge il Bambino Gesù a San Felice, è fatica elegante di Monsieur Roumier di Carcassona; il quale dimorò qualche tempo in Bergamo, e vi morì circa l’anno 1730. Il S. Antonio di Padova nell’opposta Cappella, che riceve il

  1. Allude il Zanotti a quanto cantò il Boschini del Tintoretto nel suo Poema alla pag. 197. con tali parole:
    „Un cervel più terribile de quelo
    Non fu mai visto certo in la Pittura;
    Come se vede in ogni so fattura,
    E in l’istoriar fantastico cervelo„.
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