< Pagina:Leonardo prosatore.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.
108

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Leonardo prosatore.djvu{{padleft:112|3|0]]

Il core.

Il core in se non è principio di vita; ma è un vaso fatto di denso muscolo, vivificato e nutrito dall’arteria e vena, come sono gli altri muscoli. Vero è che il sangue e l’arteria, che in lui si purga, son vita e nutrimento delli altri muscoli, ed è di tal densità che appena il foco li pò nuocere; e questo si vede nelli omini bruciati, li quali, poi che son cenerizzate le sua osse, il core è ancor dentro sanguinoso; e questa tanta resistenzia di caldo ha fatto la natura, acciocchè e’ possa resistere al gran calore, che si genera nel sinistro lato del core, mediante il sangue dell’arteria, che in tal ventriculo s’assottiglia[1].


Il core è il nocciolo che genera l’albero delle vene; le quali vene han le radici nel letame, cioè le vene miseraice, che van a di porre lo acquistato sangue nel fegato, donde poi le vene superiori del fegato si nutricano.

  1. È cosa ormai provata che i muscoli del cuore, specialmente quelli della parete del ventricolo sinistro, hanno particolare consistenza e spessore. Quanto poi alla resistenza che il cuore, secondo il V., opporrebbe alla combustione, è da ritenersi una favola.
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.