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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Leonardo prosatore.djvu{{padleft:116|3|0]] si sentiva alcun mancamento della persona, altro che debolezza; e cosi, standosi a sedere sopra uno letto nello Spedale di Santa Maria Nova di Firenze, sanza altro movimento o segnio d’alcuno accidente, passò di questa vita.
E io ne feci notomia per vedere la causa di sì dolce morte, la quale trovai venire meno[1] per mancamento di sangue e arteria che notria il core e li altri membri inferiori, li quali trovai molto aridi, stenuati e secchi; la qual notomia discrissi assai diligentemente e con gran facilità, per essere privato di grasso e d’omore, che assai impedisce la cognizione delle parti.
L’altra notomia fu d’un putto di due anni, nella quale trovai ogni cosa contraria a quella del vecchio.
Li vecchi che vivano con sanità, moiano per carestia di nutrimento, e questo accade perchè elli è ristretto al continuo il transito delle vene miseraice, per lo ingrossamento della pelle d’esse vene successivamente insino alle vene capillari, le quali son le prime che interamente si richiudano, e da questo nascie che li vecchi teman più il freddo che li giovani, e che quelli che son morti vecchi hanno la pelle di color di legnio o di castagnia secca, perchè tal pelle è quasi al tutto privata di nutrimento.
E tale tonica di vene fa nell’omo come nelli pomeranci, alli quali tanto più ingrossa la scorza
- ↑ Meno, scrive il Vinci, pensando alla vita, non alla morte.