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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Leonardo prosatore.djvu{{padleft:145|3|0]] t La Musica si dee chiamare sorella e miuore della Pittura.

La Musica non è da esser chiamata altro che la sorella della Pittura, con ciò sia che essa è subietto dell’udito, secondo senso[1] all’occhio, e compone armonia con la congionzione delle sue parti proporzionali operate nel medesimo tempo, costrette a nascere e morire in uno o più tempi armonici, li quali tempi circondano la proporzionalità de’ membri, di che tale armonia si compone, non altrimenti che si faccia la linea circonferenziale le membra, di che si genera la bellezza umana.

Ma la Pittura eccelle e signoreggia la Musica, perchè essa non more immediate dopo la sua creazione, come la sventurata Musica, anzi resta in essere e ti si dimostra in vita quel che in fatto è una sola superfizie[2]. O maravigliosa scienzia, tu riservi in vita le caduche bellezze de’ mortali, le quali hanno più permauenzia che le opere di natura, le quali al continuo sono variate dal tempo, che le conduce alla debita vecchiezza. E tale scienzia ha tale proporzione con la divina natura, quale hanno le sue opere con le opere di essa natura e per questo è adorata.


  1. Rispetto all’occhio.
  2. E dona rilievo e vita a una tela o una tavola.
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