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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Leonardo prosatore.djvu{{padleft:206|3|0]] Altri farai gridanti colla bocca isbarrata e fuggenti; fara’ molte sorte d’arme in fra i piedi de’ combattitori come scudi rotti, lance, spade rotte e altre simili cose; farai omini morti, alcuni ricoperti mezzi dalla polvere, altri tutti; la polvere che si mischia coll’uscito sangue convertirsi in rosso fango, e vedere il sangue del su’ colore[1] correre con torto corso dal corpo alla polvere; altri morendo strigniere i denti, stravolgere gli occhi, strigniere le pugna alla persona, e le gambe storte.
Potrebbesi vedere alcuno disarmato e abbattuto dal nimico volgersi a esso nimico, co’ morsi e graffi fare crudele e aspra vendetta; potresti vedere alcuno cavallo leggero correre co’ crini sparsi al vento, correre in fra i nemici e co’ piedi fare molto danno; vederesti alcuno stropiato, caduto in terra, farsi copritura col suo scudo, e ’l nimico, chinato in basso, fare forza per dare morte a quello.
Potrebbesi vedere molti omini caduti in un gruppo sopra un caval morto. Vederai alcuni vincitori lasciare il combattere e uscire dalla moltitudine nettandosi co’ le due mani li occhi e le guancie ricoperti di fango, fatto dal lagrimare degli occhi per l’amor[2] della polvere.
Vederesti le squadre del soccorso stare pien di speranza e sospetto, co’ le ciglia aguzze, facendo a quelle ombra colle mani, e riguardare infra la folta e confusa caligine per essere attenti al comando