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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Leonardo prosatore.djvu{{padleft:273|3|0]] perchè el Magnifico Presidente mi promise che subito fatta tal moderazione, io sarei spedito. Ora egli è più tempo che io intesi che ’l Navilio s’acconciava e similmente i sua bocchelli, e immediate scrissi al Presidente e a Voi, e poi ripricai, e mai ebbi risposta.

Adunque voi degnerete di rispondermi quel ch’è seguito, e, non essendo per ispedirsi, non v’incresca per mio amore, di sollecitarne un poco il Presidente e così Messer Girolamo da Cusano, al quale voi mi raccomanderete, e offereretemi a Sua Magnificenzia.

Abbozzi di lettere a Giuliano de’ Medici.[1]

Io ho uno che, per aversi di me promesso cose assai men che debite, essendo rimasto ingannato del suo presuntuoso desiderio, ha tentato di tormi tutti li amici, e perchè li ha trovati savi e non leggeri al suo volere, mi ha minacciato che troverà tale . . . . . . che mi torrà e benifactori; onde io ho di questo informato Vostra Signoria, acciò che, volendo questo seminare li usati scandoli, non trovi terreno atto a seminare, a ricevere li pensieri e li atti delle sua mala natura, che, tentando lui fare di Vostra Signoria strumento della sua iniqua e malvagia natura, rimanga ingannato di suo desiderio[2].

  1. Scritti durante la dimora a Roma, presso il Magnifico Giuliano [1513-15].
  2. Primi avvertimenti indeterminati del Vinci a Giuliano
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