Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
AVVERTENZA
ALLA PRESENTE RACCOLTA.
Gli studiosi che vogliono conoscere qualcosa della varia e multiforme prosa vinciana, senza consultare, non dico gli autografi, ma le trascrizioni pubblicate in edizioni di gran prezzo e perciò non facili a trovarsi anche nelle biblioteche, han finora ricorso fiduciosi alla fortunatissima scelta compilata dal Solmi per la collezione Diamante del Barbera (ch’ebbe l’onore d’essere « plagiata » da quattro traduzioni e insieme scelte vinciane: una francese, una tedesca e due inglesi[1], ovvero al recente volumetto a cura di Luca Beltrami, edito dall’Istituto editoriale italiano nella collezione « Gli immortali ». L’idea di scegliere tra gli appunti così svariati del Vinci, ordinandoli in maniera che il lettore non si trovi continuamente sbalestrato da un argomento all’altro, è ottima, e questo spiega il favore con cui i Fram-
- ↑ Vedi la nota bibliografica posta in fine della conferenza: « La resurrezione dell’opera di Leonardo » del Solmi, nel volume Leonardo da Vinci, conferenze fiorentine, Milano, Treves, 1910, p. 47-48.