< Pagina:Leonardo prosatore.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.
80

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Leonardo prosatore.djvu{{padleft:84|3|0]] accidental violenza, da corpi sensibili nelli insensibili, dando a essi corpi similitudine di vita; la qual vita è di maravigliosa operazione, costrignendo e stramutando di sito e di forma tutte le create cose, corre con furia a sua disfazione, e vassi diversificando mediante le cagioni.

Tardità la fa grande e more per libertà.

Vive per violenza e more per libertà.

Trasmuta e costrigne ogni corpo a mutazione di sito e di forma.

Gran potenza le dà desiderio di morte.

Scaccia con furia ciò che s’oppone a sua ruina.

Trasmutatrice di varie forme.

Sempre vive con disagio di chi la tiene.

Sempre si contrapone ai naturali desideri.

Da piccola con tardità s’amplifica, e fassi d’una orribile e maravigliosa potenza.

E costrignendo se stessa ogni cosa costrigne[1].

Fiamma.

Guarda il lume e considera la sua bellezza. Batti l’occhio e riguardalo: ciò che di lui tu vedi prima non era e ciò che di lui era più non è.

  1. In questo passo è mirabilmente intuito il principio d’inerzia o primo principio della dinamica, conosciuto appunto anche col nome di principio di Leonardo da Vinci. Ma Egli non lo formula treddamente; che tumulto - invece - di pensieri tumultuosamente espressi! Non v’è qui la calma del raziocinio che constata, ma il calore della fantasia che divina e del sentimento commosso dall’intuizione grandiosa.
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.