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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Leonardo prosatore.djvu{{padleft:87|3|0]] L’una quantità sormonta sopra l’intraversato corso dell’altra... Ogni piccolo ostacolo, o in argine, o in fondo cagionerà ruina all’opposito argine o fondo. L’acqua bassa fa più danno alla riva nel suo corso, che non fa quando corre pieno. Non pesano le sue parti niente alle sottoposte sue parti, e le parti sue superiori non danno granella all’inferiore.

Ufficio dell’acqua nella vita terrestre.

Quella causa che move li omori in tucte le spezie de’ corpi animati centra ’l natural corso della lor gravezza, è proprio quella che per le terrestre vene move l’acqua dentro a esse inclusa, e pe’ sottili meati la distingue, e come il basso sangue in alto surge, e per le rocte vene della fronte versa, e come dalla inferiore parte della vite l’acqua surmonta a sua tagliati rami, così dall’infima profondità del mare l’acqua s’innalza alle sommità de’ monti, dove trovando le sue vene rocte, per quelle cade, e al basso mare ritorna. Così dentro e di fori si va variando, quando con accidental moto consurge, e quando con natural libera discende. Così insieme congiunta con continua revoluzione si va girando. Così di qua, di là, di su, di giù scorrendo, nulla quiete la riposa mai, non che nel corso, ma nella sua natura[1], nessuna cosa à da sè, ma tutto piglia,

  1. Echeggiano in queste parole i famosi versi di Dante:

    Di qua, di là, di giù, di su li mena;
    nulla speranza li conforta mai,
    non che di posa, ma di minor pena.
      Inf. V, 43-45.

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