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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Leonardo prosatore.djvu{{padleft:88|3|0]] e ’n tante varie nature si transmuta, quanto son vari i lochi donde passa; facendo propio come fa lo specchio, che tante similitudine in se piglia, quanto son le cose che dinanzi li passano; così questa sempre si varia, quando di sito, e quando di colore, quando novi odori e sapori dentro a se include, quando nuove sustanzie o qualità ritiene, quando mortale o salutifera si pruova; alcuna volta coll’aria si mista o da caldo in alto si lascia tirare, e quando[1] giugne alla fredda regione, dove il caldo sua guida con quella si restrigne. E come la man sott’acqua prieme la spugna, onde l’acqua, che di quella fugge, fra l’altra acqua fa ondazione, tal fa l’aria che tra l’acqua era mista, quando quella dal freddo è premuta, con furia fugge, e l’altra aria scaccia: così questa del vento è causa.

Le ruine dell’acqua.

Infra le dannose cagione[2] delli umani beni, a me pare i fiumi, co’ le superchie e impetuose inondazione, tenere il principato.

E se alcuno volessi antiporre il foco al furore dei rovinosi fiumi, a me parrebbe questi tali avere carestia di bono giudizio; imperò che il foco rimane terminato e morto dove li manca il nutri-

  1. Nel senso che ha avuto in tutto questo passo, ossia di: alcuna volta.
  2. Le cagioni di danni.
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