< Pagina:Lettere sulla Alceste seconda (Bettoni 1808).djvu
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Che tu vivrai pe' figli nostri. A un tempo
Dall'adorata tua sposa ricevi
Alfin l'amplesso estremo.

Adméto.

  E in quest'amplesso,
Sarà ver ch'io non spiri?. . .

Alceste.

  Amiche Donne,
Spiccate or voi con dolce forza, io 'l voglio,
Da me quest’infelice, e con lui pure,
Questi teneri figli. Addio, miei figli. -
Tutto è compiuto ornai. Feréo, tua cura
Fia di vegliar sul misero mio sposo,
Nè abbandonarlo mai.

Eumelo. [1]

  Deh, dolce madre,
Tu ci abbandoni! e ci han da te disgiunti?

Feréo.

Tolta a noi tutti oggi favella ha il pianto.
Adméto, oimè, più di lei semivivo,
D’ogni senso è smarrito. Ancor più lunge
Strasciniamolo, o Donne; al tutto fuori
Della vista d'Alceste.

  1. Rivolgendosi addietro.
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