< Pagina:Lettere sulla Alceste seconda (Bettoni 1808).djvu
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Adméto.
Di ciò tu adonti; e n'hai ben donde: amasti [1]
Il viver tu; donna spregiollo.
Feréo.
È dolce
Quest'alma luce del Dio Febo, è dolce.
Adméto
Indole trista, e non virile, or mostri.
Feréo.
E in sotterrar tu il vecchiarello, forse
Non rideresti?
Adméto
E sì morrai tu pure,
Ma morrai senza gloria.
Feréo.
A me non cale,
Morto ch'io son, che che si dica.
Adméto
Ahi quanto
Colma pur d’impudenza è la vecchiezza!
Feréo.
Non impudente la infelice Alceste
Ti si mostrava, ma demente.
- ↑ Il Testo dice soltanto: Questo etti disdoro; poichè tu non volesti morire. Si sono aggiunte quelle poche parole, per meglio spiegare qual fosse il disdoro.
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