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160 CAPITOLO VII — § 48

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Noi, assumendo come punto di partenza i fatti intuitivi ora accennati, porremo la definizione seguente:

Tangente a una curva nel punto A è la posizione limite (se questa posizione esiste) si una secante A B congiungente il punto A con un altro punto B della curva, quando il punto B tende ad A[1].


Fig. 15.

Bisogna dimostrare che questa definizione coincide nel caso del cerchio con la definizione data dalla geometria elementare.

Sia dato un punto su un cerchio di centro . Preso un altro punto su tale cerchio, tiriamo la retta ; essa sarà la perpendicolare tirata da alla bisettrice dell'angolo (fig. 15).

Facciamo avvicinare il punto al punto : allora l'angolo tende a zero, e la bisettrice di questo angolo tende al raggio . La retta , che è sempre perpendicolare alla bisettrice , si avvicinerà alla perpendicolare alla retta nel punto , e si ha così la posizione limite della retta , ossia la tangente al cerchio nel punto , nel senso ora definito, è la perpendicolare al raggio del cerchio che ha l'estremo in quel punto , e coincide quindi con la retta che in geometria elementare si chiama “tangente al cerchio nel punto ”.

Fig. 16.

Sia la curva data dall'equazione . Il coefficiente angolare della retta è la tangente dell'angolo che la direzione positiva dell'asse delle fa con un raggio di essa, p. es., col raggio . Sia parallela all'asse delle . Dal triangolo (fig. 16) si ha che questo coefficiente angolare vale in grandezza e segno

dove e , ed sono rispettivamente le ordinate e le ascisse dei punti .

  1. Qui si tratta di una facile estensione del concetto di limite. Noi diciamo che la retta tende ad una posizione , se l'angolo di ed tende a zero. Dicendo poi che si avvicina ad , vogliamo dire che, se la curva è rappresentata da una equazione , noi cerchiamo la posizione limite di per (essendo le ascisse di e di ).
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