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188 | dell’istoria di verona |
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Il consiglio di Mecenate di far capaci anelli gli esterni del Senato, abbiam or veduto posto in pratica sotto Claudio rispetto a’ Galli. Non è da credere che senza ragionevol motivo tal novità fosse introdotta. Le nazioni barbare confinanti con l’Imperio non lasciavano d’agguerrirsi continuamente, e moltiplicando a dismisura, di andarsi rendendo ogni giorno più formidabili e più feroci. Videsi da’ più saggi, quanto coll’andar del tempo dovessero temerne i Romani. Nel mutar positura le cose, e nell'aumentar di potenza i vicini, conobbero la necessità inevitabile di crescer di forze per mantenersi. Non essendo in pronto di far conquiste, e queste ancora poco utili a ciò conoscendosi, fu pensato che si potea crescer di forze senza crescer di Stato: e ciò con interessar tutti, e con fare che non de’ nati a Roma solamente, ma fosse ugual premura di tutti il conservare a Roma l’Imperio. Considerarono che in occasion di guerra non sarebbe stato possibile difender da tanta moltitudine e conservar provincie in cui si tenessero i popoli indifferenti, e pronti ugualmente a pagar a pigione a chiunque della casa fosse per rimaner signore. Fecero però acquisto di lutti i cuori con poca spesa, ammettendo a cittadinanza i paesi in corpo; e non solamente gl’italiani, ma facendo gli esterni ancora capaci delle dignità, resero l’Imperio tutto per se im-
- ↑ sime atqua humanissime factum est, ut omnes ad Romanumi mperium pertinentes societatem acciperent civitatis, et Romani cives essent.